giovedì 6 giugno 2013

riflessione...


...in questi ultimi due o tre giorni,
dopo aver fatto passare questo 2 giugno abbastanza inosservato
come se fosse un giorno che non ci riguarda in fondo,
non ci appartiene...
mi chiedo...
quando il Governo di uno Stato non sente il "dovere" di partecipare
un anniversario importante per la propria nazione
cosa vuol dire?
Non c'è più unità tra chi governa e il popolo,
o dovrei dire sudditi?
non c'è più fiducia, nè condivisione...?
come due linee parallele...due Italie...
quella che ha il potere e quella che subisce il potere...
quella che si celebra il suo 2 giugno
e quella che in silenzio non ci si riconosce più...
è grave questo pensiero...è grave quello che avviene...
è grave quello che suscita...
è questa la crisi più grave, oltre quella economica...
una crisi economica sono numeri, cifre, valori reali,
una crisi morale è profonda, è nell'uomo...intacca i suoi valori...
da una crisi economica puoi uscirne, fai calcoli...
da una crisi morale come questa se ne esce solo
rimettendo in gioco priorità e valori umani primari...
amore, speranza, lealtà, rettitudine, onestà, rispetto, giustizia...
non pensando solo allo spread,
uno stato, una società che si preoccupa del solo benessere
fisico ed economico, è una società malata "dentro"
è il fallimento...
mette paura il solo pensiero...
è questa la crisi che oscura i cuori e le menti...
è questa la crisi che ingrigisce le città...
è questa la crisi che appare sempre di più...
Dupont con il suo commento nel post precedente sfoga
la sua rabbia e il suo disappunto contro uno Stato che celebra se stesso
e un popolo che gira la testa per non farsi "toccare" troppo dai problemi...
è la stessa crisi morale...
di chi gira la testa per pensare solo a se stesso e
di chi la gira per non pensare e si accontenta...

"Quando i governi opprimono e sfruttano fanno il loro mestiere
e chiunque gli affida senza controllo la libertà non ha il diritto di meravigliarsi
che la libertà sia immediatamente disonorata.
Se la libertà è oggi umiliata o incatenata, non è perché i suoi nemici hanno usato il tradimento,
ma perché i suoi amici hanno dato le dimissioni."
(Albert Camus - Tratto dal discorso di Camus “Pane e libertà”
presso la camera del lavoro di S.Etienne - 1953)
 
*citazione presa su Cavaliere oscuro del web*


3 commenti:

  1. Cara Lella, l'hai scritto, due linee parallele, due Italie, quella della gente che è smarrita e svuotata di ogni speranza, di fiducia nei confronti di quelli che hanno in mano le redini di questo Paese. E quella dei burocrati, dei ragionieri senza ragioni né emozioni...numeri, numeri, numeri... e tutto questo ci imbruttisce e ci avvelena, diventiamo cinici e indifferenti a tutto...

    Buon fine settimana...

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  2. Merc vado a vedere la grande bellezza e credo che di bellezza ce ne sia ben poca...

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