arriva un momento in cui comincio a chiedermelo...
ieri si è ucciso un ragazzo di 15 anni perchè preso in giro
dai compagni...trattato male dai grandi...
la cattiveria del gruppo arriva anche sul web...
facebook una vetrina per ridicolizzare
ferire, maltrattare, far sentire diverso...emarginare...
far sentire soli...indifesi...
la frase di rito..."aveva tutta una vita da vivere"
sì, ma lui non la pensava così...non poteva pensarla così...
non riusciva ad accettare di doverla vivere in un mondo così...
ok...come la nostra società si interroga?
quali domande ci poniamo? dove volgiamo lo sguardo?
l'attenzione?
ci chiediamo dov'è il male del gruppo o
analizziamo solo il disagio del ragazzo
che si è ucciso? mettendo in luce solo la sua fragilità?
o analizziamo anche il male e la cattiveria che c'è
oggi nell'animo umano? ci domandiamo perchè?
più semplice dire la vita è per chi sa lottare...
ci togliamo il problema di rispettare i deboli...i fragili
ci togliamo il problema di ascoltare, capire...
ci togliamo il gusto di divertirci...sì quei ragazzi di divertivano
era un passatempo...una risata...uno scherzo...
la colpa non sarà loro in fondo...
sarà della fragilità del ragazzo che non ha saputo reagire...
sara della sua diversità...del suo apparire diverso ai canoni di normalità
che il gruppo aveva deciso...senza "vedere" in quelle diversità
un essere umano...senza "vedere" in quel ragazzo
uno come loro...con i loro stessi pensieri, emozioni, sentimenti
desideri, paure, speranze, angosce...
in cosa cerca la felicità l'uomo?
più semplice cercarla in cose vicine, terrene, banali...
più semplice dire "l'uomo è così"...più semplice trovare
giustificazioni al male, più semplice dire che l'uomo in fondo è buono...
ci toglie da tante responsabilità, ci toglie dal problema di lottare
perchè emerga il bene...
il male che sembra emergere sempre come ribellione
a disagi e mancanza di valori veri...
altra notizia...un'insegnante vieta la festa di Natale
con presepe e canti a scuola per non "offendere"
gli alunni stranieri...
ci stiamo annullando, scambiando questo annullamento
in valori quali la tolleranza, la solidarietà,
l'accoglienza e il rispetto...ma noi? il rispetto per noi stessi?
per ciò che siamo, le nostre tradizioni? la nostra religione?
accogliere non vuol dire rinunciare a se stessi...vuol dire accettare l'altro
vuol dire conoscersi...vuol dire rimanere nelle nostre identità insieme...
vuol dire riconoscersi diversi ma uguali nella nostra umanità
vuol dire sentirsi liberi di essere...di credere...di esternare...
celebrare le proprie religiosità...lasciando piena libertà di scelta...
si potevano trovare altri modi per non offendere...non vietarla...
non è libertà...non è scelta...non è rispetto...
è come uccidersi...
sembrano diverse, ma ne siamo sicuri?